Quali sono i veri problemi?

Il ragazzo mi ha lasciato… Il tipo non mi fila.. La mia socia si è fidanzata… Un’amica mi ha tradita… Mia madre si è ammalata…Mio padre è diventato alcolizzato…Fumo costantemente canne e spinelli…La mia vita ruota intorno alla droga…Passano i giorni e ad ogni momento la vista si annebbia e tutto diventa più buio…Muoio protandomi dietro non i ricordi di ciò che mi sarei meritato ma il fumo acre e dolciastro del crak…

Ogni problema che ho scritto sopra è un bel problema, e via via diventano problemi più grandi più seri, fino all’ultimo che è la cessazione di tutti i problemi ma anche di tutte le gioie della vita.

Non ho intenzione di criticare chi fuma, chi beve o chi si strafà di chissà che. Voglio parlare al ragazzo che è stato appena mollato dalla bella di turno, alla ragazza la cui migliore amica si è presa una cotta per lo stesso tipo che piace lei, alla comitiva dove tutti vestono alla stessa maniera perché altrimenti non si è amici.

Questi non sono problemi. La vita riserva sorprese ma perlopiù riserva dispiaceri!

La mia sofferenza non si basa sulle canne o sugli spinelli. Ringrazio perché Dio non me ne ha messi tra le mani, ringrazio perché Dio mi ha fatto frequentare gente per la maggiorparte tranquilla… fino a lui. Il ricordo inverosimile di un ragazzo che ha lasciato un segno nel mio cuore, nella mia anima. E queste cose non le possono capire solo i cristiani o chiunque ha il proprio dio in cui crede. Il dolore lasciato dalla morte di un amico tutti lo capiscono, purtroppo quasi tutti lo provano.

Ed io, ancora ricordo i sorrisi gioiosi che mi mostrava il suo volto, quando le sostanze più dannose non prendevano possesso di lui. Oddio. Mi chiedo perché ho dovuto così soffrire, per una persona a me cara, a me vicina. Intanto il ricordo dei suoi dolci abbracci annebbia a me la mente, ma con un finale triste e non crudele. Le lacrime scorrono gelide sulla mia guancia insensibile, la mia guancia non soffre per lui. E’ il mio cuore, il mio cervello che soffre.

Così ora, ora che ho passato i dolori della perdita e l’esperienza del fumo non è più per me un piacere probibito, mi sento quasi in dovere di ridicolizzare chi piange perché il proprio ragazzo è andato alla partita invece di rimanere a fare niente con lei. Stolta! Urlerei questo insulto con la stessa carica di dieci tori, e non mi fermo mica perché sarebbe sbagliato! No! Non mi interessa se è sbagliato io faccio quello che ritengo più giusto per me!! O almeno vorrei farlo. A volte sento che se smettessi di pensare al bene degli altri e iniziassi a concentrarmi solo sul mio successo e su quello che posso ottenere, sarei molto più tranquilla. Ma non ci riesco, forse la chiesa ce l’ha fatta a farmi il lavaggio del cervello. Forse tutto ciò di cui ho bisogno è di qualcuno che mi insegni l regole del gioco. Rimane il forse e brucia il dubbio… La solitudine…ecco cosa brucia in me come un fuoco che prende possesso a poco a poco del mio corpo. Se nei miei occhi non c’è l’allegria infantile non è perché sono cresciuta, ma perché durante lo sviluppo ho perso ciò che mi riempieva la vita. Ora la vita è quasi vuota: sono rimasta io, le mie idee e i miei assurdi incessanti dolori personali…

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